Intervista a Santino Spinelli

 

𝐋’𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐌𝐚𝐫𝐭𝐞𝐝𝐢̀
𝗦𝗔𝗡𝗧𝗜𝗡𝗢 𝗦𝗣𝗜𝗡𝗘𝗟𝗟𝗜
𝒅𝒊 𝑻𝒐𝒏𝒊 𝑭𝒂𝒈𝒏𝒂𝒏𝒊
🔵🔵🔵

• 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐦𝐚𝐢, 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐧𝐚𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚 𝐚 𝐏𝐢𝐞𝐭𝐫𝐚𝐬𝐚𝐧𝐭𝐚, 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐬𝐢 𝐬𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐚 𝐋𝐚𝐧𝐜𝐢𝐚𝐧𝐨?

– I miei genitori erano in Versilia casualmente essendo estate. Erano spostamenti stagionali. L’Abruzzo e Lanciano sono i luoghi delle nostre radici familiari. Discendiamo da uno delle prime comunità rom arrivate nel Regno di Napoli nel XV secolo.
• 𝐐𝐮𝐚𝐥 𝐞̀ 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐫𝐚𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐚𝐠𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐜𝐥𝐚𝐬𝐬𝐞 𝐝𝐮𝐫𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐢𝐥 𝐩𝐞𝐫𝐢𝐨𝐝𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐮𝐛𝐞𝐫𝐭𝐚̀? 𝐇𝐚 𝐦𝐚𝐢 𝐬𝐮𝐛𝐢𝐭𝐨 𝐚𝐭𝐭𝐞𝐠𝐠𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐛𝐮𝐥𝐥𝐢𝐬𝐦𝐨?
𝐒𝐞 𝐥𝐢 𝐡𝐚 𝐬𝐮𝐛𝐢𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐥𝐢 𝐡𝐚 𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐚𝐭𝐢?
– Il bullismo non l’ho mai subito poiché ero in grado di autodifendermi. Il razzismo invece l’ho subito poiché l’Italia ieri come oggi purtroppo risente dei retaggi del regime fascista. Alcuni miei compagni non mi invitavano alle loro feste, con altri invece non ho avuto alcun problema. Molto dipende anche da come ci si comporta. Io ho cercato sempre di essere corretto e rispettoso con tutti. Purtroppo però fino a quando non ti conoscono e non ti apprezzano sei attorniato sempre da pregiudizi e da diffidenza. Il problema è di chi manifesta sentimenti negativi che proietta sugli altri. Sono i razzisti a doversi vergognare non chi subisce razzismo. Da questo punto di vista la società italiana deve fare ancora un lungo percorso verso la strada della conoscenza e del rispetto di chi viene percepito come “altro da se”. Occorre una presa di coscienza dei danni che stereotipi e pregiudizi possono comportare. Una società civile ed evoluta dovrebbe essere al di sopra dei luoghi comuni e valutare ogni essere umano per ciò che vale e per come si comporta senza alcuna discriminazione di sorta.
• 𝐓𝐫𝐞 𝐥𝐚𝐮𝐫𝐞𝐞 𝐞 𝐢𝐧𝐧𝐮𝐦𝐞𝐫𝐞𝐯𝐨𝐥𝐢 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐦𝐢 𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐞𝐝 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐢! 𝐐𝐮𝐚𝐥 𝐞̀ 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐚𝐥 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐞̀ 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐥𝐞𝐠𝐚𝐭𝐨?
– Sono legato a tutti i premi e a tutti i riconoscimenti ottenuti poiché sono stati elargiti da persone che hanno valorizzato il mio percorso artistico, culturale e umano. Se devo scegliere direi la nomina a “Commendatore della Repubblica” da parte del Presidente Mattarella, il Premio Lussu alla Carriera a Cagliari, la nomina a Cittadino Onorario di Laterza (Taranto) e il Premio per la Musica a Madrid nello splendido Auditorium Reina Sofia in un contesto internazionale straordinario con il figlio di Charlie Chaplin premiato per il teatro e il cinema. I premi grandi o piccoli comportano un grande impegno da parte delle organizzazioni che le elargiscono di cui bisogna aver rispetto.
• 𝐄𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐑𝐨𝐦 𝐞̀ 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐮𝐧 𝐨𝐬𝐭𝐚𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐨 𝐮𝐧 𝐯𝐚𝐧𝐭𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐜𝐚𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐢𝐬𝐭𝐚?
– È il talento che conta e i sacrifici che si è disposti a fare e non l’etnia di appartenenza. Essere Rom, abruzzese, italiano, inglese o africano non garantisce e non ostacola una carriera a meno che non si viva in una società prettamente razzista e classista con persone piene di pregiudizi e di disvalori umani. In ogni caso il talento emerge sempre.
In America nonostante il razzismo contro gli afroamericani non ha impedito l’emergere di tanti talenti del jazz, si pensi a Luis Armstrong o Miles Devis. I razzisti restano razzisti con le loro pretese di stupida superiorità che in realtà cela una povertà d’animo e di sentimenti e tanta frustrazione che si pretende di scaricare sugli altri. Di per sé i razzisti sono già puniti per questo e possono vivere solo con persone dotate della loro stessa meschinità
• 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐞𝐢 𝐥𝐞 𝐜𝐚𝐮𝐬𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐮𝐢 𝐢 𝐑𝐨𝐦 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐞𝐬𝐜𝐨𝐧𝐨 𝐚𝐝 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐠𝐫𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭𝐚̀ 𝐢𝐧 𝐜𝐮𝐢 𝐯𝐢𝐯𝐨𝐧𝐨
– Questa è una falsità. La stragrande maggioranza dei rom e sinti sono italiani di antico insediamento e più che inclusi nella società maggioritaria. Sono discriminati su base etnica e molti sono costretti a non rivelare la propria appartenenza etnica. La percezione invece è contraria. Una minoranza di famiglie non riesce ad includersi e questo è dato dalle difficoltà che dipendono dalle istituzioni, dalla politica e dai mass media che si approcciano al mondo rom in modo sbagliato evidenziando solo gli aspetti sociali negativi di cui tra l’altro sono i diretti responsabili agendo anche sull’opinione pubblica. Una minoranza etnica non ha mezzi per controbattere alle fake news o ai pregiudizi. La cultura, la lingua, la letteratura, il teatro, l’arte dei rom e sinti sono aspetti non conosciuti poiché non valorizzati. I rom e sinti hanno dato un apporto straordinario da un punto di musicale all’Europa, ma questo non è promosso. Non c’è spazio per la cultura e all’arte romani ma solo ai fatti di cronaca. L’errore di un singolo porta alla condanna di un popolo intero che rimane di fatto sconosciuto. Come dire che tutti gli italiani sono mafiosi o pedofili per una piccola minoranza. È chiaro ed evidente che questa distorsione comporta pregiudizi e semplice ricerca di conferma ai propri pregiudizi. I mass media e i politici favoriscono a dismisura tale comportamento a danno degli aspetti artistici e culturali. Il mondo rom non è un blocco monolitico ma ci sono persone e persone con situazioni assolutamente diversificate. Non tutti gli italiani sono uguali e fanno la stessa cosa. Esattamente come i Rom. La percezione errata dovuta alla mancanza di informazione corretta porta a stereotipi e alla mancanza di relazione positiva.
• 𝐂𝐢 𝐝𝐞𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐞 𝐢𝐥 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐚𝐭𝐨 𝐧𝐞𝐥 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐨𝐫𝐫𝐞 𝐞 𝐬𝐮𝐨𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐏𝐚𝐩𝐚 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨?
– Una grande soddisfazione a livello umano e professionale e un grande onere allo stesso tempo. Sua Santità ha apprezzato notevolmente il Murdevel, il Padre Nostro in lingua romanì come feci a Bresso (Milano) a Papa Benedetto XVI in occasione della Giornata Mondiale della Famiglia davanti a 800 mila persone in onda su Rai Uno e in mondovisione. Lì esegui questo brano con il miei figli e con una grande orchestra.
• 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐡𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐮𝐭𝐨 𝐬𝐮𝐚 𝐦𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞?
– A Lanciano attraverso un amico comune che ci ha presentati. Da quel momento non ci siamo mai più lasciati. Sono 34 anni di matrimonio e 3 figli stupendi anch’essi artisti, ma soprattutto giovani meravigliosi: allegri, sereni e ironici.
• 𝐂𝐢 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐭𝐫𝐞 𝐟𝐚𝐥𝐬𝐢𝐭𝐚̀ 𝐬𝐮𝐥 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐫𝐨𝐦?
• Il discorso è complesso e non si può esaurire in poche righe. A riguardo invito a leggere il mio libro Le Verità Negate, edizioni Meltemi, un libro di 740 pagine che fa luce su molti aspetti in maniera scientifica e documentata. In ogni caso qieste le falsità più rilevanti:
• I rom rubano i bambini. Non un solo caso accertato dalla Magistratura italiana, la più grande e ignobile delle falsità contro i rom che invece hanno il culto della famiglia. I rom hanno tanti di quei figli che non hanno certamente bisogno di altri figli. Questa falsità nasce dal fatto che i mass media lanciano la notizia quando manca un minore e si incolpa i rom. Poi si scopre che quasi sempre la sottrazione del minore riguarda beghe familiari italiane non rom. La smentita non c’è quasi mai e nessuno chiede scusa alle comunità rom. Resta così la fake news.
• I rom sono nomadi per cultura. Grande falsità. La mobilità dei rom è sempre stata la conseguenza di persecuzioni, di repressioni e di discriminazioni su base etnica. Mobilità coatta e non nomadismo. I campi nomadi, inventati da associazioni italiane a scopo lucrativo e speculativo dei fondi pubblici hanno potuto propagarsi a causa di questo pregiudizio con danni irreversibili per molte famiglie sia rom che non-rom. Mafia Capitale ne è un esempio. Restano gli stereotipi dannosissimi. I rom sono persone non una “categoria speciale” come vengono percepiti a causa degli stereotipi e della dilagante disinformazione. Ripeto che l’idea che oggi si ha dei rom è influenzata dai retaggi del fascismo e dai secolari pregiudizi mai superati poiché mai affrontati seriamente dalle istituzioni con una corretta informazione. Poi ovviamente i buoni e i cattivi sono ovunque. Ma fare di tutta l’erba un fascio è il vero errore.
• I rom non si vogliono integrare. Grande falsità. Ripeto che la stragrande maggioranza dei rom di antico inserimento arrivati in Italia nel XV secolo sono più che inclusi ma non valorizzati, né conosciuti adeguatamente da un punto di vista storico, linguistico, artistico e culturale. L’emarginazione di una parte del mondo rom è dovuta ai pregiudizi e soprattutto alla mancanza di volontà da parte delle istituzioni e della politica di rimuovere le cause che impediscono di fatto di poter superare ostacoli sociali. Del resto riguarda anche molte famiglie italiane, quelle più povere ed emarginate esprimono gli stessi disagi. Ai rom si sommano i pregiudizi e il razzismo viscerale che in una società moderna ed evoluta non dovrebbe esprimere.
• 𝐋𝐞 𝐞̀ 𝐦𝐚𝐢 𝐬𝐮𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐨𝐫𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐛𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐢𝐧 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐝𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐥’𝐚𝐯𝐞𝐯𝐚 𝐢𝐝𝐞𝐚𝐭𝐨?
– Ogni composizione nasce da un’idea che però va sviluppata. L’approdo finale è spesso differente da quello concepito. La creatività non ha regole precise ma rispecchia il momento, l’energia, le sensazioni e le emozioni che non sono mai fisse ma sempre in divenire.
• 𝐂𝐨𝐦’𝐞̀ 𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚?
– Grazie a mio padre che era un grande appassionato. Primo di numerosissimi fratelli e sorelle, deportato con la sua famiglia dai fascisti durante la guerra, non ha mai avuto possibilità di studiare. Opportunità che a me ha dato e gli sono eternamente grato assieme a mia madre. Oggi mi seguono dal cielo.
• 𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐢𝐨𝐞̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚 𝐨𝐭𝐭𝐞𝐧𝐮𝐭𝐨 𝐞 𝐨𝐭𝐭𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐞̀ 𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐨𝐫𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐯𝐨𝐥𝐨𝐧𝐭𝐚̀, 𝐚𝐥𝐥’𝐨𝐫𝐠𝐨𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐨 𝐚𝐥 𝐝𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐫𝐬𝐢 𝐢𝐬𝐨𝐥𝐚𝐭𝐨?
– È dovuto all’amore per l’arte e al talento che ho ricevuto dal destino oltre ai sacrifici personali e familiari. Nessuno mi ha mai regalato nulla. Nessuno mi ha mai favorito in qualcosa. Tutto mi è costato in termini di sacrifici acuiti piuttosto dai numerosi pregiudizi che infestano la nostra società. Sono una persona libera poiché non devo dire grazie a nessuno se non ai miei dilettissimi genitori e alla mia straordinaria moglie Daniela. Questa la mia grande conquista. Le mie relazioni sociali e professionali sono la conseguenza di questa conquista. Ho cercato di trasmettere questi valori ai miei figli, anch’essi artisti. Grazie anche a mia moglie, credo che i figli abbiano recepito. L’arte, oltre ad essere espressione di bellezza, è anche espressione di libertà come lo sport del resto.
Non è un caso che grandi personaggi rom si sono affermati nell’arte e nello sport: Charlie Chaplin, Rita Hayworth, Zlatan Ibrahimivić, Yul Brynner, Bob Hopkins, Ronnie Wood dei Rolling Stone, Elvis Presley e tantissimi altri. Questi personaggi non avrebbero avuto tanto seguito e successo se avessero evidenziato la loro appartenenza al mondo rom. È la distorsione di una società malata. Questo induce ad una profonda riflessione sul piano etico-morale.
• 𝐐𝐮𝐚𝐥 𝐞̀ 𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐟𝐞𝐫𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐬𝐮𝐨𝐧𝐚𝐫𝐞?
– La fisarmonica. Uno strumento dalle meravigliose capacità espressive.
• 𝐋𝐞𝐢 𝐞̀ 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐮𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢𝐨. 𝐏𝐮𝐨̀ 𝐝𝐞𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐞𝐬𝐩𝐞𝐫𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚?
-Sono ancora un docente universitario. Anche direttore dell’Accademia Nazionale Romani, una Università on line. Tengo corsi e lezioni sia on line che in diverse Università. Tornerò ad avere una cattedra stabile prossimamente all’Università di una grande capitale europea. Un incarico molto prestigioso assieme ad uno dei massimi romanologi al mondo. Darò notizia a cose fatte.
• 𝐄̀ 𝐯𝐞𝐫𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚 𝐝𝐞𝐟𝐢𝐧𝐢𝐭𝐨 “𝐜𝐨𝐫𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐬𝐨” 𝐌𝐚𝐫𝐢𝐧𝐨 𝐒𝐨𝐥𝐟𝐚𝐧𝐞𝐥𝐥𝐢 — 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐭𝐭𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐞𝐝𝐢𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐨 — 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨, 𝐚 𝐬𝐮𝐨 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨, 𝐡𝐚 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐨 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐨?
– Si perché i pregiudizi sui rom erano e sono ancora tanti. Solo chi ha coraggio pubblica opere artistiche di rom. Questo dà la dimensione anche dell’arretratezza morale e culturale della società in cui viviamo. Non abbiamo fatto grandi passi avanti nonostante tante eccellenze rom e sinte. Il signor Solfanelli era una persona lungimirante, sensibile e soprattutto una persona perbene.
• 𝐒𝐢 𝐫𝐢𝐭𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐮𝐧 𝐫𝐨𝐦 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐨 𝐮𝐧 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐫𝐨𝐦?
– Le due identità, quella rom e quella italiana, non sono contrapposte ma sovrapposte. Ho due lingue, due culture, due visuali di vita che mi aiutano a capire meglio me stesso e il mondo. Mi aiutano anche a livello professionale e artistico. È una ricchezza non una diminutio.
• 𝐋𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐩𝐨𝐩𝐨𝐥𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐢 𝐑𝐨𝐦 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐩𝐨𝐜𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐮𝐭𝐢 𝐢𝐧 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚?
– Certamente si. Il patrimonio artistico linguistico e culturale dei rom è patrimonio dell’umanità. Va preservato, valorizzato e diffuso. Questo è anche una delle funzione che mi sono preposto fin da ragazzo con la mia attività e con la mia produzione artistico-culturale per il bene dell’umanità. Guai a far morire le culture e le lingue, l’umanità diventerebbe più povera e più piatta. Le culture sono ricchezze inestimabili.
• 𝐒𝐜𝐫𝐢𝐯𝐞 𝐩𝐨𝐞𝐬𝐢𝐞?
– Si, quando sono ispirato. Molte mie canzoni sono poesie musicate. Ho una poesia impressa nel Roma Memorial di Berlino che ho inaugurato con la cancelliera Angela Merkel e il Presidente della Repubblica di Germania. La poesia porta il titolo di “Auschwitz”. La stessa poesia è incisa sul Monumento al Samudaripen (genocidio dei rom e sinti) di Lanciano e su tante targhe affisse in diverse città come Laterza (Taranto) di cui sono cittadino onorario, Ginosa (Taranto), Trasacco (L’Aquila), Pisa e Roma. La poesia Pi Ta Risaral (Per non dimenticare) è incisa su targhe che sono a Pistoia e a Padova.
• 𝐀 𝐜𝐡𝐢 𝐝𝐞𝐝𝐢𝐜𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚?
– Alla mia famiglia e alle persone che mi seguono con affetto e stima a cui dico che sto preparando due nuovi lavori discografici con una prestigiosa casa discografica con una diffusione mondiale: un disco etnico con il mio gruppo. L’Alexian Group e un altro sinfonico con una delle più importanti Orchestre Sinfoniche italiane con cui già collaboro da diversi anni. In più spero di pubblicare il mio romanzo che è in dirittura d’arrivo. Un saluto caloroso: But baxt ta sastipe! (Con tanta salute e felicità)

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