Intervista a Melania Fusconi
𝐋’𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐌𝐚𝐫𝐭𝐞𝐝𝐢̀
𝗠𝗘𝗟𝗔𝗡𝗜𝗔 𝗙𝗨𝗦𝗖𝗢𝗡𝗜
𝑑𝑖 𝑇𝑜𝑛𝑖 𝐹𝑎𝑔𝑛𝑎𝑛𝑖
• 𝐂𝐡𝐢 𝐬𝐜𝐞𝐠𝐥𝐢𝐞 𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐩𝐞𝐫𝐭𝐢𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐬𝐮𝐨𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢?
– Solitamente è l’editore che esegue la scelta e chi deve elaborarla, ma nel mio caso, dopo averne parlato con lui, l’editore ha acconsentito che le elaborassi io personalmente, perché nasco come illustratrice.
• 𝐇𝐚 𝐦𝐚𝐢 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐩𝐨𝐞𝐬𝐢𝐞?
– Alle medie la nostra professoressa di lettere ci fece scrivere delle poesie e la mia venne scelta per essere pubblicata all’interno di una libricino che venne donato a tutti gli studenti. Da allora non ne ho scritte più, ma chissà, il mio futuro non è ancora stato scritto
• 𝐋𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐧𝐚𝐬𝐜𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐟𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚?
– Ho iniziato a leggere i fumetti della Disney e crescendo sono passata a fumetti Giapponesi e Americani, tutti con impronta fantasy più che fantascientifica, ma sono amante anche dei film e la fantascienza e in quell’ambito mi è sempre piaciuta, per questo nella mia storia oltre che il fantasy c’è un’impronta di fantascienza.
• “𝐋’𝐚𝐬𝐬𝐮𝐫𝐝𝐨” 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐟𝐚𝐫 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚?
– L’assurdo fa parte di tutto, al giorno d’oggi cos’è che non è assurdo? Anche la normalità sta diventando assurda. Perciò sì, penso che l’assurdo possa far parte della fantascienza. Anche perché mi chiedo spesso: perché negare alla mente un po’ di sana assurdità?
• 𝐑𝐢𝐭𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐞𝐝𝐢𝐭𝐨𝐫 𝐬𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐬𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐨?
– Dietro un buon libro c’è sempre un buon editor, secondo me. L’editor nasce per trovare l’unicità nelle innumerevoli storie proposte dagli scrittori, l’editor ti consiglia e ti sblocca quando hai il cosiddetto “blocco dello scrittore”, l’editor è sempre alla ricerca di novità e dà la possibilità agli scrittori di emergere. La mia editor, per esempio, Silva Ganzitti, tiene a freno la mia fantasia che dice essere troppa, il chè è un bene perché senza di lei potrei perdere il filo conduttore della storia. Sì, gli editor sono indispensabili.
• 𝐋𝐚 𝐩𝐢𝐠𝐫𝐢𝐳𝐢𝐚 𝐬𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐨 𝐞̀ 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚 𝐩𝐢𝐠𝐫𝐢𝐳𝐢𝐚?
– Si genera con la vita secondo me. Siamo noi a decidere cosa fare della nostra vita, siamo noi a muovere il nostro corpo e la nostra mente, la vita ci pone davanti solo degli ostacoli a cui noi dobbiamo trovare rimedio, e la pigrizia è uno di questi.
• 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐞̀ 𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐢𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚 “𝐋𝐞 𝐀𝐧𝐢𝐦𝐞 𝐃𝐢 𝐋𝐞𝐠𝐠𝐞𝐧𝐝𝐫𝐚”
– É nata quando frequentavo il liceo Artistico P.L. Nervi di Ravenna, la mia città Natale. Doveva essere una storia a fumetti ma con il tempo si è trasformata in una saga e ne ho fatto un libro, anzi tre fino ad oggi: I Cimeli Ancestrali – La Viaggiatrice – Le origini. Il quarto che dovrebbe concludere è in stesura e mi piacerebbe che uscisse entro il 2024.
• 𝐐𝐮𝐚𝐥 𝐞̀ 𝐈𝐥 𝐟𝐢𝐥𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐮𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐢𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚?
– La crescita di una giovane donna molto determinata, la coscienza di possedere una grande forza interiore, di poter contare su chi ha accanto, la fiducia, il filo che lega tutto è la fiducia e la giustizia
• 𝐋𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐮𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐞 𝐥𝐞 𝐢𝐥𝐥𝐮𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐝𝐚𝐫 𝐥𝐮𝐨𝐠𝐨 𝐚 𝐫𝐨𝐦𝐚𝐧𝐳𝐢 𝐝𝐢 𝐟𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚?
– Non c’è romanzo che non abbia delusioni e illusioni. In tutti i generi letterari c’è la componente umana e questo porta con sé tutto ciò che ne concerne, non c’è delusione senza illusione.
• 𝐋’𝐮𝐦𝐢𝐥𝐭𝐚̀ 𝐚𝐢𝐮𝐭𝐚 𝐚𝐝 𝐚𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐮𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨?
– L’umiltà è una grande virtù, ma penso che un po’ di sano entusiasmo non guasti. Quando presento i miei libri sono sempre molto entusiasta del mio operato e spero sempre di trasmettere questa mia felicità ai miei futuri lettori, e quando ricevo feedback positivi il mio entusiasmo aumenta sempre più. Ci vuole felicità nella vita, e va trasmessa sempre secondo me.
• 𝐂𝐡𝐞 𝐢𝐦𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐡𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐚𝐭𝐨 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐜𝐢𝐩𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐥 𝐒𝐚𝐥𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐓𝐨𝐫𝐢𝐧𝐨?
– É stata davvero una bellissima esperienza che ripeterò anche nel 2024. La cosa che mi è piaciuta di più in assoluto è stata l’affluenza delle persone, la loro voglia di sapere.
• 𝐍𝐞𝐥 𝐟𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐲 𝐬𝐢 𝐬𝐭𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐫𝐨𝐝𝐮𝐜𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐝𝐞𝐢 “𝐬𝐨𝐭𝐭𝐨𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐢” 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐡𝐞𝐫𝐨𝐢𝐜 𝐟𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐲 𝐨 𝐡𝐨𝐫𝐫𝐨𝐫 𝐟𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐲. 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐠𝐢𝐮𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨 𝐢𝐧 𝐦𝐞𝐫𝐢𝐭𝐨?
– Ho già tra le mani un’altra storia da scrivere appena avrò terminato la saga di Leggendra, e si tratta di un horror fantasy. Penso che tutti i generi si dovrebbero evolvere, mescolare come una pozione magica e mi fa piacere che il pubblico stia apprezzando queste mescolanze. Ci vuole nuovo materiale per far nascere nuove menti.
• 𝐂𝐡𝐞 𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐚 𝐥𝐞 𝐩𝐢𝐚𝐜𝐞𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫𝐚𝐫𝐞?
– L’aspetto economico è molto scontato ma è un dato di fatto, ma oltre a questo aspetto, penso che bisognerebbe migliorare il lato umano. Le nuove generazioni sono allo sbando, soprattutto quelle nelle grandi città. Con il tempo si è perso quel modo garbato e gentile verso il prossimo, verso il mondo animale. Io ho una bambina di 3 anni e sto cercando di crescerla nel rispetto per tutto, dalla formica alle persone anziane. Senza valori non siamo nulla e non andremo da nessuna parte.
• 𝐌𝐚𝐫𝐭𝐢𝐧 𝐇𝐞𝐢𝐝𝐞𝐠𝐠𝐞𝐫, 𝐜𝐞𝐥𝐞𝐛𝐫𝐞 𝐟𝐢𝐥𝐨𝐬𝐨𝐟𝐨 𝐭𝐞𝐝𝐞𝐬𝐜𝐨, 𝐡𝐚 𝐚𝐟𝐟𝐞𝐫𝐦𝐚𝐭𝐨:
“𝐈𝐥 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐡𝐚 𝐛𝐢𝐬𝐨𝐠𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐮𝐬𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐩𝐨𝐞𝐬𝐢𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐧𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐞𝐧𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞, 𝐜’𝐞̀ 𝐟𝐚𝐦𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐨𝐞𝐬𝐢𝐚 𝐞 𝐥𝐚 𝐩𝐨𝐞𝐬𝐢𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚𝐠𝐢𝐚”. 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐚𝐯𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐟𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚?
– Il mondo della fantascienza è un mondo che non a tutti piace perché penso che un po’ spaventi, soprattutto gli adulti. La fantascienza mostra ciò che potrebbe accadere, pronostica e il futuro attualmente spaventa. Io spero sempre nelle menti che combattono tutti i giorni per trovare soluzioni futuristiche migliori.
• 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐟𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐚𝐦𝐚 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞?
– Ho amato alcuni libri di Italo Calvino, “Il cavaliere inesistente” è il mio preferito, mi sono appassionata a Tolkien e ho amato qualche saga di Licia Troisi e di George R. R. Martin di cui ho amato gli intrighi e i colpi di scena.
• 𝐑𝐢𝐭𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐚 𝐥’𝐚𝐟𝐟𝐞𝐫𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐃𝐞 𝐏𝐚𝐬𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢𝐬 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐞 𝐢𝐧𝐪𝐮𝐢𝐞𝐭𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐚𝐜𝐜𝐚𝐝𝐮𝐭𝐞 𝐢𝐧 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚 𝐚𝐝𝐚𝐭𝐭𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐟𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐞?
– Ogni storia merita di essere scritta, spesso come monito. É giusto sapere tutto, le menzogne non hanno mai portato a nulla di buono. Ognuno di noi conosce la propria sensibilità perciò leggere o meno una storia inquietante è una decisione propria.
• 𝐐𝐮𝐚𝐥 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐫𝐢𝐮𝐬𝐜𝐢𝐭𝐨 𝐚 𝐟𝐢𝐧𝐢𝐫𝐞?
– Nonostante mi sia appassionata, Il Signore degli anelli.
• 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐩𝐮𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐪𝐮𝐨𝐭𝐢𝐝𝐢𝐚𝐧𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞?
– Sicuramente il modo di parlare, mi piace molto scrivere i dialoghi e ci dedico molto tempo. Mi piace pensare che un giorno il mio libro possa diventare un film e di conseguenza scrivo sempre con molta attenzione aggiungendo spesso molti dettagli.
• 𝐀 𝐜𝐡𝐢 𝐝𝐞𝐝𝐢𝐜𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚?
– A mio marito, che anche nei momenti più duri mi ha sempre sostenuta e amata.