Intervista a Margherita Capobianco

𝐋’𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐌𝐚𝐫𝐭𝐞𝐝𝐢̀
𝗠𝗮𝗿𝗴𝗵𝗲𝗿𝗶𝘁𝗮 𝗖𝗮𝗽𝗼𝗯𝗶𝗮𝗻𝗰𝗼
𝑑𝑖 𝑇𝑜𝑛𝑖 𝐹𝑎𝑔𝑛𝑎𝑛𝑖
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• 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐦𝐢𝐨 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐡𝐚 𝐫𝐞𝐜𝐞𝐧𝐭𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐯𝐢𝐧𝐭𝐨? 𝐏𝐮𝐨̀ 𝐝𝐞𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐬𝐞𝐧𝐬𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐚𝐭𝐨 𝐧𝐞𝐥 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐯𝐞𝐫𝐥𝐨?
– Ho vinto l’XI Premio dell’Editoria Abruzzese nella categoria narrativa per bambini (sez. B).
All’inizio ero incredula, poi ne sono stata felice, grata ed estremamente orgogliosa. È un libro a cui tengo moltissimo perché scritto in un momento particolare e con un grande carico emotivo. Sapere che una Giuria competente ed esperta l’abbia scelto, apprezzato e premiato è una grande soddisfazione.
• 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐢 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐢 𝐚𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐜𝐫𝐞𝐝𝐞?
– Credo nell’amore, in primis verso sé stessi, che non è da confondere con l’egoismo, bensì nell’amor proprio, quella forma di accettazione serena di noi che permette di aprirci in modo sano e sincero all’amore verso gli altri. Credo nel rispetto verso tutti e tutto ciò che popola il nostro Pianeta, solo se rispettiamo potremo pretendere lo stesso trattamento e da qui l’altro fondamentale valore, quello della reciprocità, nulla può essere costruito su una strada a senso unico. Credo nella famiglia, che è stato ed è il pilastro portante della mia vita, nell’amicizia, quella vera e sincera, nella giustizia, nell’onestà e nel coraggio di andare contro corrente, a testa alta, portando avanti le proprie idee e combattendo prepotenze ed angherie spesso accettate dalla massa. Credo nell’altruismo e nella generosità, perché da soli non possiamo fare nulla, ma tutti insieme sì. Credo nello stupore e nella curiosità, perché la capacità di meravigliarci è fondamentale per guardarci intorno con occhi sempre nuovi che ci facciano cogliere il bello in tutte le sfumature e sfaccettature. Credo nell’ottimismo e nell’allegria, perché la vita, anche se a volte ci riserva esperienze dure e difficili, è unica e merita di essere vissuta a colori e non in bianco e nero. Credo nella gentilezza perché in una società in cui la maleducazione sempre più spesso sostituisce le buone maniere, regalare un sorriso, una parola dolce, uno sguardo tenero può fare veramente la differenza.
• 𝐂’𝐞̀ 𝐮𝐧 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐩𝐞𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞?
– Soltanto uno? Sono una grande sognatrice e ho tantissimi sogni che vorrei realizzare.
Vorrei scrivere un albo illustrato incentrato sul ricordo. Attraverso il ricordo nessuno ci lascia davvero. Una fotografia, un racconto, un profumo, una canzone, una ricetta, all’apparenza sono semplici atti o oggetti, ma grazie al potere evocativo della memoria, sono in grado di farci rivivere situazioni, provare emozioni e sensazioni che, come una macchina del tempo, ci fanno ritornare nel passato.
• 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐡𝐚 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 “𝐇𝐨𝐥𝐥𝐲 𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐫𝐬𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐢𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨”?
– Prima del lockdown ero impegnata in un ciclo di presentazioni presso una scuola primaria. Nell’ultimo incontro un bambino, spaventato e scosso, mi ha interrotto, chiedendomi se il Covid fosse letale anche per i più piccoli. Quella domanda ha scatenato l’agitazione dell’intera classe e il timore ha preso il posto dell’entusiasmo che solitamente caratterizza i miei incontri.
Quest’aneddoto mi è rimasto impresso nella mente e, quando mi sono ritrovata chiusa in casa, il mio pensiero è subito volato a quei bambini, ma in generale a tutti i bambini, ostaggi della paura, privati della loro abituale routine, costretti a fare i conti con una vita piena di nuove regole in cui l’ascolto di vocaboli come contagio, virus, distanziamento, malattia, morte era diventato sempre più frequente, generando interrogativi dalle risposte spesso troppo complicate.
“Holly e la corsa contro il tempo” (Tabula Fati, 2021) voleva essere un modo per aiutarli a combattere quella paura, per spronarli a non abbattersi, ma a reagire con coraggio ed ottimismo, proprio come fa Holly nella storia. È un messaggio di fiducia e speranza nel futuro di cui anch’io sentivo la necessità in quei giorni tremendi.
• 𝐈 𝐬𝐮𝐨𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐟𝐚𝐯𝐨𝐥𝐞 𝐨 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢 𝐟𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐲?
– I libri che vedono come protagonista il folletto Holly, sono racconti fantasy, in cui, però, il piano dell’immaginario è spesso strettamente connesso con quello della realtà (in “Holly e la corsa contro il tempo”, ad esempio, Holly viene sulla Terra nel periodo pandemico).
“Artù lo sfortunello” è un racconto realistico basato su una storia effettivamente accaduta e con personaggi, appunto, reali.
“Riposella” e “La nobiltà d’animo” sono delle fiabe.
• 𝐂𝐡𝐢 𝐡𝐚 𝐢𝐥𝐥𝐮𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐢 𝐬𝐮𝐨𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢?
– L’illustratore di tutti i miei libri è mio fratello Pellegrino Capobianco, in arte Crinos. Lui è il mio compagno di viaggio in quest’incredibile avventura. Riesce a dare forma e concretezza alle mie parole, facendo letteralmente prendere vita alle mie storie, senza mai deludere le mie aspettative.
Il nostro legame, grazie a questa collaborazione, si è arricchito di momenti da condividere, esperienze da fare, idee e spunti creativi da sviluppare.
• 𝐋𝐞𝐢 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐯𝐚 𝐝𝐢 𝐨𝐭𝐭𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚 𝐚𝐯𝐮𝐭𝐨?
– Se con successo intende il raggiungimento di un obiettivo che mi ero posta e che avevo tanto desiderato, le rispondo che ci speravo, ci credevo con tutta me stessa e ho lavorato affinché questo accadesse. Le faccio questa premessa perché spesso si attribuisce al termine “successo” un’accezione oggettiva.
Sono felice che i miei libri arrivino al cuore dei lettori, che piacciano, che suscitino curiosità, facciano riflettere, diano spunti interessanti da cui partire alla scoperta di argomenti nuovi o anche solo che vengano letti per puro piacere. Dal 2011, anno di pubblicazione della mia prima opera, “Le Avventure di Holly”, ad oggi ho fatto tantissime presentazioni, ho partecipato a molti eventi, manifestazioni, rassegne, e in ognuno di questi incontri ho sempre ricevuto la chiara testimonianza che, se metti passione e impegno in quello che fai, lavori onestamente, senza sotterfugi, il pubblico, piccolo o grande che sia, lo capisce, lo apprezza, magari ti critica, ma alla fine ti premia.
• 𝐒𝐢 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐝𝐢 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐫𝐨𝐦𝐚𝐧𝐳𝐨 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐨?
– Mi piacerebbe moltissimo e ho già in mente quale potrebbe essere l’ambientazione storica.
Quando ho scritto “La nobiltà d’animo”, una fiaba sulla figura della Baronessa Maria De Cardona, nobile mecenate irpina, ho trovato interessante e stimolante scrivere calata in un’altra epoca storica, fare ricerche, comparare informazioni dalle diverse fonti. Ovviamente mi rendo conto che un romanzo prevede un modus operandi, rispetto al racconto, diverso, con una struttura narrativa molto più ampia e complessa e tantissimo studio alle spalle.
• 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢 𝐝𝐚𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐚𝐝 𝐮𝐧 𝐠𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐞 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨?
– Innanzitutto, proporre una storia ben scritta e, nel caso fosse illustrata, con delle belle immagini. È necessario presentare un prodotto di qualità per essere notati tra i tanti autori che ogni giorno contattano le varie case editrici. Poi selezionare quelle con una linea editoriale adatta alla sua proposta e che abbiano una buona reputazione. Spinti dalla voglia di essere pubblicati, si rischia di cadere in “antipatici tranelli”. Una volta intrapresa la collaborazione con la “giusta” casa editrice, fidarsi ed affidarsi al team che cura la pubblicazione, evitando atteggiamenti troppo “protettivi” nei confronti della storia. Ognuno deve svolgere il proprio lavoro. Infine, non per ordine di importanza, crederci sempre, non abbattersi quando ci saranno delle delusioni, dei rifiuti e delle sconfitte. La caparbietà e la determinazione alla lunga vengono ricompensate.
• 𝐀 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐇𝐨𝐥𝐥𝐲?
– Holly è la bambina o il bambino che a scuola si ribella al bullo della classe, che divide la merenda col compagno, che gioca all’aria aperta, provando mille acrobazie, è la ragazza che si alza per fare sedere sul bus un’anziana signora, è il ragazzo che istintivamente prende le parti dell’amico frainteso nel gruppo, è una donna che dice no allo schiaffo del marito violento, è la zia che gioca col nipotino, è la persona che rispetta la fila. Ecco mi piace pensare che in ognuno di noi ci sia un po’ di Holly.
• 𝐈𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐟𝐞𝐫𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐥 𝐞̀?
– Sicuramente non riesco a sceglierne solamente uno.
Sono cresciuta con le fiabe dei fratelli Grimm, di Perrault e di Andersen, con le favole di La Fontaine, con i libri di Gianni Rodari, leggendo “Piccole donne” di Louisa May Alcott, e “Pinocchio” di Collodi, “Le avventure di Tom Sawyer” di Mark Twain, i romanzi di Salgari e di Kipling, “Uno, nessuno e centomila” di Pirandello, “Il Canto di Natale” di Charles Dickens, per poi arrivare a “Il Barone rampante” di Calvino, “Il nome della rosa” di Eco, i gialli di Agata Christie, le “Sette Sorelle” di Lucinda Riley, i libri di Elisabetta Gnone , “La grande fabbrica delle parole” di Agnes de Lestrade, “Pezzettino” di Leo Leonni, insomma l’elenco non termina qui, è veramente lungo e variegato. Credo che ogni autore, ogni storia, ogni lettura abbia influenzato, consapevolmente o inconsapevolmente, la mia produzione letteraria, d’altronde “siamo le storie che leggiamo” e neppure uno scrittore può sottrarsi a questa verità.
• 𝐂𝐡𝐞 𝐥𝐮𝐨𝐠𝐨 𝐞̀ 𝐓𝐮𝐥𝐢𝐩𝐚𝐧𝐝𝐢𝐚?
– Tulipandia è un luogo immaginario in cui avvengono tante avventure che vedono Holly, protagonista di diversi miei libri, viaggiare tra questa dimensione fantastica e la realtà.
È un villaggio incantato popolato da piccoli folletti magici: i tulipindi.
All’occhio umano esso però si mostra come un grande e colorato prato di tulipani.
• 𝐐𝐮𝐚𝐥 𝐞̀ 𝐥’𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐞𝐜𝐜𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚 𝐬𝐜𝐨𝐧𝐯𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐓𝐮𝐥𝐢𝐩𝐚𝐧𝐝𝐢𝐚?
– In “Holly e la corsa contro il tempo” a Tulipandia i tulipindi, esseri magici ed immortali, si sono insolitamente ammalti e nulla riesce a guarirli. Questo straordinario accadimento segnerà l’inizio di una nuova impresa per la piccola ma determinata Holly.
• 𝐒𝐢 𝐞̀ 𝐭𝐫𝐨𝐯𝐚𝐭𝐚 𝐛𝐞𝐧𝐞 𝐚 𝐏𝐞𝐬𝐜𝐚𝐫𝐚?
– Mi sono trovata molto bene. Non ero mai stata a Pescara e ne sono rimasta molto colpita, sia perché l’ho trovata una città molto carina e piena di vita, ma soprattutto per la gentilezza, la disponibilità e l’ospitalità delle persone che ho conosciuto. Mi sono sentita accolta e subito messa a mio agio. Spero proprio di ritornarci.
• 𝐇𝐚 𝐦𝐚𝐢 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐩𝐨𝐞𝐬𝐢𝐞?
– Sicuramente a scuola come compito dell’insegnante di italiano, ma mai d’iniziativa, ho sempre prediletto la forma narrativa.
Scrivo spesso filastrocche e indovinelli, alcuni dei quali sono presenti anche all’interno delle mie storie. Mi piace il suono e il ritmo delle rime e credo che sia utile e divertente per i miei piccoli lettori
• 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐭𝐫𝐚 𝐥’𝐮𝐦𝐢𝐥𝐭𝐚̀ 𝐞 𝐥’𝐚𝐫𝐫𝐨𝐠𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐞̀ 𝐮𝐭𝐢𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐫𝐞?
– Spesso si confonde l’umiltà con la debolezza, con la poca autostima, invece essere umili significa riconoscere il proprio valore, senza però ostentarlo, l’”Umiltà non è pensare che tu sia meno, è non credere che sei di più”, come scrisse il romanziere C. S. Lewis. Essere umili, non significa non avere entusiasmo, ma far sì che quest’entusiasmo non ti monti la testa, che ti faccia restare con i piedi fermi per terra, significa spingersi a migliorarsi e migliorare. Io ritengo che quest’atteggiamento sia fondamentale per un bravo autore.
• 𝐋𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐡𝐚 𝐚𝐯𝐮𝐭𝐨 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐧𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐚𝐝 𝐀𝐯𝐞𝐥𝐥𝐢𝐧𝐨?
– La notizia non è passata inosservata. Ho ricevuto tante testimonianze di stima e di affetto sia pubbliche, prevalentemente sui social, che private. Inoltre, il giornale “Il Mattino” mi ha dedicato un articolo.
• 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐞̀ 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐝𝐚𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐓𝐚𝐛𝐮𝐥𝐚 𝐟𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐒𝐨𝐥𝐟𝐚𝐧𝐞𝐥𝐥𝐢?
– Mio fratello collaborava con La Tabula Fati come illustratore di immagini e copertine di libri di altri autori. Quando abbiamo finito la nostra prima opera, l’abbiamo proposta all’editore, Marco Solfanelli, e lui ha deciso di pubblicarla.
A quel libro ne sono poi seguiti degli altri.
• 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐜𝐚𝐫𝐚𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐞𝐥𝐢𝐦𝐢𝐧𝐚𝐫𝐞?
– Sono molto autocritica e precisa. Pretendo moltissimo da me stessa, sono sempre pronta a “bacchettarmi” anche quando oggettivamente gli eventi non mi mettono in condizione di agire al massimo delle mie possibilità o le situazioni dipendono da altri. Quest’aspetto, se da un lato, mi fa impegnare al massimo, dall’altro, mi fa vivere le esperienze con molto pathos.
• 𝐀 𝐜𝐡𝐢 𝐝𝐞𝐝𝐢𝐜𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚?
– Dedico quest’intervista, come il premio che ho vinto, a me stessa, non per vanità o per egocentrismo, ma perché l’animo umano ha bisogno di essere sanamente gratificato.

 

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