Intervista a Pino Coscetta
Dopo il nostro primo incontro avvenuto alcuni anni fa in occasione del suo intervento agli Stati Generali della casa Editrice Solfanelli, eccoci di nuovo insieme per la presentazione del suo libro“Dal Nostro Invitato Gabriele D’Annunzio – Miserie e Nobiltà Di Cronache Del Decennio 1881-1891” che avverrà nel pomeriggio presso la sala Tosti dell’Aurum e poi in serata sulla terrazza dei Gelati Letterari.
«Come ha iniziato la sua attività di giornalista e poi di scrittore?»
«Io provengo dalla scuola americana, ho studiato giornalismo in America e ho lavorato in un giornale che si chiamava”Il Progresso Italo-Americano”.
Poi ho scoperto che la mia America era in Italia. Ho incominciato con “Il Messaggero”, allo sport per la precisione, poi sono passato ai giornali regionali — che allora si chiamavano”Province”– come capo servizio dell’Abruzzo, quindi capo redattore delle province e successivamente capo redattore. Curavo tutto l’Abruzzo»
«Si è trasferito a Pescara?»
«No gestivo tutto da Roma, avevo contatti giornalieri soprattutto con Pescara»
«L’attività di scrittore come ha avuto inizio?»
«Ho iniziato molto giovane, avevo 16 anni »
«Addirittura…»
«Si,si…ho scritto una raccolta dal titolo”Scirocco” con una sotto-casa editrice della Bompiani, chiamata Europer, che raggruppava giovani autori talentuosi che avrebbero potuto avere successo»
«L’incontro con la Solfanelli come è avvenuto?»
«Del tutto casuale. Ci siamo incontrati nel 2012 credo. Avevo deciso di scrivere “Viaggio di Manganelli in Abruzzo”, ne parlammo, la proposta gli è piaciuta e lo ha accettato. Quest’anno è la quarta edizione, tira ancora, non per merito mio ma di Manganelli che ha parlato dell’Abruzzo in modo affascinante. Io non conoscevo la vostra regione e grazie a lui me ne sono innamorato.»
«L’incontro con D’Annunzio?»
«È stato casuale anche questo e per merito di Solfanelli, anche perché D’Annunzio non era nelle mie corde, anzi non mi piaceva proprio. Un giorno l’editore mi chiese di scrivere qualcosa su D’Annunzio. Io gli risposi che non aveva senso perché non c’era nulla che non fosse stato scritto del Vate. Dopo qualche settimane me lo chiese di nuovo ed io gli risposi che ci avrei provato. Incominciai le mie ricerche nella Biblioteca Nazionale di Roma e trovai un suo articolo scritto da D’Annunzio a 19 anni. Ne rimasi affascinato. Avevo scoperto D’Annunzio giornalista e mi resi conto della sua genialità. Era un genio innovatore. Ma l’aspetto più sorprendente per me era constatare la sua presa di posizioni su temi sociali che riguardavano tutta la cittadinanza, in modo particolare la povera gente. Si scagliava addirittura contro i “palazzinari” dell’epoca che stavano deturpando la città di Roma.»
«Prospettive per il futuro?»
«È in programma l’uscita di un nuovo libro riguardante i diari dell’ammiraglio Slaghek Fabbri ritrovati casualmente dentro un bauletto in una cantina di una mia conoscente. Sono 33 diari bellissimi, di una rilevanza storica che piaceranno sicuramente.»
«Aspettando allora questo nuovo libro, la saluto e la ringrazio»
«Sono io che ringrazio lei per l’accoglienza ricevuta e per le belle iniziative che proponete con la vostra associazione come I Gelati Letterari. Ne sono rimasto sorpreso ed ho apprezzato molto il modo in cui divulgate i libri.»
Si conclude qui l’intervista con Pino Coscetta
Antonio Fagnani